
- Vela
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by Marco Caiazzo
Sanremo ha ospitato la seconda edizione della “Wooden Dragon World Cup”, regalando al pubblico un fine settimana di vela d’epoca dal sapore speciale. Tra i protagonisti assoluti spicca ITA12 “Galatea II” dell’armatore Giuseppe La Scala (RYCC Savoia), autentico gioiello varato nel 1951, che ha concluso la manifestazione al secondo posto assoluto e al primo nella propria categoria, quella relativa agli scafi costruiti prima del 1956.
Un risultato costruito con lucidità tattica e sensibilità nelle arie leggere come quelle dello scorso weekend nelle acque di Sanremo: qualità decisive quando la brezza si fa rara e ogni centimetro guadagnato vale un abisso.
“Galatea II”, costruita da Baglietto, ha una storia che parla da sola: partecipazione alle Olimpiadi di Helsinki 1952, vittoria al Marblehead Trophy nel 1954, poi nei decenni il rischio del disarmo e il salvataggio, con un restauro curato dai fratelli La Scala che ha permesso allo scafo di tornare a frequentare i campi di regata con continuità, dimostrando di poter competere a livelli di vertice senza tradire l’eleganza che ne fa un’icona.
La soddisfazione per il risultato di “Galatea II” è grande al Reale Yacht Club Canottieri Savoia, storicamente legato alla classe Dragone. È una tradizione che affonda le radici nella memoria sportiva della città: alle Olimpiadi di Roma 1960 fu proprio un Dragone, il “Venilia”, a conquistare la medaglia di bronzo.
Il legame del Savoia con la classe passa anche per “Ausonia I-1”, scafo del club di Santa Lucia presieduto da Fabrizio Cattaneo della Volta, erede di una storia che comincia nel dopoguerra quando il Cantiere Beltrami di Vernazzola costruì il primo Dragone italiano per i Giochi di Londra 1948 nella baia di Torquay, chiusi con un prestigioso quinto posto.